Gocce di letteratura
a cura di Cristina Grassi e Paola Caruggi

Eric Maria Remarque scrisse questo libro dopo la fine del primo conflitto mondiale; quante volte da allora la letteratura ha denunciato la disumanità, la mostruosità della guerra? Tante. Voci da tutti i paesi hanno gridato, documentato, mostrato la verità in tutte le lingue. Eppure...
Avevamo diciott'anni, e cominciavamo ad amare il mondo, l'esistenza: ci hanno costretto a spararle contro. La prima granata ci ha colpiti al cuore; esclusi ormai dall'attività, dal lavoro, dal progresso, non crediamo più a nulla. Crediamo alla guerra.
Il gruppo di giovani che dal liceo passano direttamente all'inferno del fronte occidentale, istigati ad arruolarsi da un professore codardo, non sanno che cosa li aspetta. Ce lo descrive uno di loro, Paul, nelle pagine di questo romanzo terribile che al lettore non risparmia alcun orrore, alcuna atrocità. La sua voce è asciutta, disincantata.
Il romanzo racconta la vita di trincea senza precisare dove esattamente e in che anno si svolgono i fatti: potrebbe trattarsi di qualunque luogo e momento della dannata guerra. Di fronte ci sono i nemici, francesi e inglesi: ammazzarli è sopportabile finchè non si arriva al corpo a corpo: ma allora, quando il soldato ucciso ha un volto, e in tasca un documento con nome e cognome, la foto di una moglie e di una figlia improvvisamente ci si rivela a sé stessi come assassini e pare assurda la logica cui si è obbedito: o lui o io. Paul sa che, se anche dovesse sopravvivere, la sua vita è irrimediabilmente spezzata, finita.
Nato nel 1898, a diciott'anni Remarque fu richiamato alle armi nel 1916 dall'Esercito Tedesco. Combattè quindi la Grande Guerra sul fronte occidentale finchè fu ferito, per essere poi dimesso dall'ospedale pochi giorni prima dell'armistizio; Niente di nuovo sul fronte occidentale uscì nel 1929 e divenne immediatamente un successo internazionale. Nel 1933 i nazisti bruciarono e misero al bando le sue opere. Rifugiatosi in Svizzera e negli Stati Uniti, morì poi nel 1970 a Locarno.

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